Chianti Classico Collection 2025, rispetto del territorio e un futuro sostenibile.
di Lugi Salvo
La trentaduesima edizione della Chianti Classico Collection anno 2025 segna un nuovo primato con 218 aziende partecipanti che presentano in degustazione alla stampa le loro ultime annate di Chianti Classico, Chianti Classico Riserva e Chianti Classico Gran Selezione.
La Collection ’25 si contraddistingue per il suo tema centrale: l’impegno del Chianti Classico e dei suoi produttori per il rispetto del territorio e un futuro sempre più sostenibile. A rappresentare questo tema, al centro della hall della Leopolda l’istallazione vegetale, con piante spontanee, emblema della biodiversità che da sempre caratterizza le colline del Gallo Nero.
Il Chianti Classico, storica denominazione toscana, annovera il primo Consorzio di Tutela istituito in Italia nel 1924, la base sociale sfiora le 500 aziende, il Consorzio, quindi, ha un altro importante progetto, un Manifesto di Sostenibilità sia come sistema imprenditoriale che come mezzo di salvaguardia del territorio, per poterlo restituire intatto e valorizzato alle generazioni future.

La fotografia attuale della denominazione si articola in tre declinazioni diverse di sostenibilità: ambientale, sociale e culturale, rispecchiando i tre capisaldi del nuovo protocollo del Chianti Classico, presentato alla stampa lo scorso 14 maggio in occasione delle celebrazioni del centenario del Consorzio.
Come per la produzione di un vino di qualità, tutto inizia con il lavoro in vigna. Già oggi sono due terzi delle aziende che praticano l’inerbimento tra i filari, azione fondamentale per combattere l’erosione del suolo e l’impoverimento dello stesso. Tre aziende su quattro si impegnano a preservare l’ecosistema in vigna, riducendo l’utilizzo di diserbanti e di concimi chimici, favorendo a questi ultimi compost naturali (37%) oppure i sottoprodotti del processo di vinificazione (52%). In questa stessa direzione va anche il dato sulla presenza delle piante mellifere in circa un’azienda su tre, che corrisponde al 27% degli ettari censiti.
Questa attenzione si riflette anche nella conduzione biologica: il 61% delle aziende sono già in possesso della certificazione, e un ulteriore 9% sta intraprendendo il percorso di conversione al biologico.
Anche nelle fasi produttive un comportamento ambientalmente consapevole può influire molto: quasi la metà delle aziende infatti utilizza fonti energetiche alternative (45%), si impegna nella riduzione del peso delle bottiglie (65%), oltre al riuso di materiali quali vetro e carta (54%).
Il vino con sé porta valori culturali, di tradizione e di storia, che lo legano al territorio in cui viene prodotto. Il paesaggio come punto di unione tra natura e intervento antropico gioca un ruolo essenziale come elemento culturale: per questo il recupero e il mantenimento di antiche tradizioni come i muretti a secco (44%), dei terrazzamenti (38%) e delle strade bianche (74%) rappresentano un attivo e costante impegno nella tutela del territorio, che supera i confini dei vigneti. Questo tema si conferma come cruciale anche a livello di percezione da parte delle aziende socie: tra le possibili definizioni di “vino sostenibile”, infatti, il 60% si è dichiarato fortemente d’accordo con l’identificazione nella protezione della biodiversità e del paesaggio.

Giovanni Manetti, Presidente del Consorzio“: Siamo molto soddisfatti della notorietà che il Chianti Classico sta sempre più acquisendo su tutti i mercati internazionali, i nostri vini sono considerati ovunque prodotti di eccellenza. Da alcuni anni il Consorzio sta infatti investendo sul potenziamento dei suoi mercati storici, anche con alcune attività innovative che ci permetteranno di avere una presenza sempre più costante nei vari paesi di riferimento.
Tuttavia la forza della denominazione è anche nella sua distribuzione variegata: in particolare nel 2024 il Gallo Nero ha infatti registrato ottime performance anche in mercati minori, come Tailandia, Croazia ed Emirati Arabi Uniti (dati Maxidata)”.
Dato importante, è cresciuto in generale il valore della denominazione e la sua notorietà nel mondo. Anche a partire dal prezzo delle uve e dello sfuso, sostenuto da un Accordo di Filiera, fortemente voluto dal Consorzio, grazie al lavoro del Distretto Rurale del Chianti: la quotazione media ad ettolitro di vino sfuso Chianti Classico mostra un incremento dei prezzi costante dall’annata 2019 alla 2023, offrendo una maggiore remuneratività anche alle aziende che non imbottigliano. Per quel che riguarda il prodotto imbottigliato, si conferma invece l’importanza – in volumi venduti e in valore – delle tipologie “premium” del Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione. Nel 2024 le due tipologie hanno infatti rappresentato, congiuntamente, circa il 43% della produzione e il 54% del fatturato.
Sui mercati gli USA si confermano ancora una volta al primo posto: il 36% delle bottiglie di Chianti Classico trovano infatti sbocco su questo mercato, al secondo posto il mercato interno con un quinto delle bottiglie vendute di Gallo Nero (20%). Poi stabile, al terzo posto, il Canada (10%), ottima anche la performance del Regno Unito che si attesta al quarto posto (7%), Germania (4%), Benelux (4%), Svizzera (3%) e stabile Giappone (2%).
Dall’indagine sulle vendite del Gallo Nero effettuata dal Consorzio, il Chianti Classico vanta una penetrazione commerciale davvero unica; pur rimanendo infatti spiccata la concentrazione delle vendite nei suoi mercati storici, i vini del Gallo Nero raggiungono anche mete insolite, al di fuori dalle normali rotte commerciali e in tutti i continenti: sono infatti distribuiti in oltre 160 paesi in tutto il mondo.



















