Lamberto Frescobaldi da Vinitaly: “Sacrificare Da Vinitaly Lamberto Frescobaldi sui dazi USA: “Sacrificare parte dei ricavi per garantire listini invariati”
di Luigi Salvo
Nonostante i dazi gli operatori Usa a Vinitaly 2025 sono oltre 3.000 i buyer americani alla 57^ edizione di Vinitaly (Veronafiere, 6-9 aprile): un dato che replica il primato dell’anno scorso.Nella delegazione complessiva dei 3mila operatori Usa a Vinitaly, sono presenti anche i
120 top buyer statunitensi (10% del contingente totale del piano di incoming 2025) selezionati, invitati e ospitati da Veronafiere e ICE, provenienti prevalentemente da Texas, Midwest, California, Florida e New York.
“La presenza degli operatori statunitensi è una notizia incoraggiante per le aziende e per Vinitaly – commenta Adolfo Rebughini, direttore generale di Veronafiere -. Si apre uno scenario incerto che impatterà sulla geografia del nostro export. Condividiamo le preoccupazioni del settore e per questo mettiamo a disposizione delle organizzazioni la piattaforma di Vinitaly per facilitare eventuali accordi diretti tra imprese, associazioni italiane e importatori-distributori del nostro primo mercato di destinazione extra Ue”.
Sul fronte del programma, oltre agli incontri b2b in fiera, gli operatori americani saranno protagonisti di una serata di networking a loro dedicata (martedì 8 aprile, Palazzo della Gran Guardia) in cui sarà presentata anche la prossima edizione di Vinitaly.USA (Chicago, 5-6 ottobre 2025).agli Stati Uniti arrivano le prime lettere dei distributori non disposti ad accettare alcun sovraprezzo sui nostri vini.

Per Lamberto Frescobaldi Unione Italiana Vini: “Uiv ritiene che tutta la catena – dalla produzione al punto vendita – debba sacrificare parte dei ricavi per garantire listini invariati al punto vendita, pena l’uscita dal mercato di tante realtà del nostro settore”. Un “sacrificio”, secondo l’Osservatorio Uiv, stimato in 323 milioni di euro l’anno che riguarda 480 milioni di bottiglie spedite oltreoceano. Uiv confida che il Governo italiano possa rappresentare in sede europea le ragioni del settore e promuova la strada del dialogo e della trattativa. Bisogna inoltre evitare che si ripeta l’esperienza subita nel 2020 dai vini francesi, che a fronte di tariffe extra del 25% ha visto calare il proprio business del 28% in valore. Per questo siamo a disposizione del Governo anche per descrivere nei dettagli le dinamiche che si stanno venendo a creare lungo la catena commerciale”.
I vini d’importazione, a partire da quelli italiani che nel 2024 hanno registrato vendite per quasi 2 miliardi di euro, sono protagonisti di un effetto moltiplicatore sull’economia americana, che monetizza 4,5 dollari per ogni dollaro speso. Gli Usa valgono il 24% del totale export dei vini italiani: è il paese produttore europeo maggiormente esposto, a fronte della Francia al 20% e la Spagna all’11%.
“Dagli Stati Uniti arrivano le prime lettere dei distributori non disposti ad accettare alcun sovraprezzo sui nostri vini. Allo stato attuale si sta evidenziando una bagarre su chi dovrà assumersi l’onere dei minori ricavi per assicurare la stabilità dei prezzi al consumo, le imprese italiane non devono cedere ma imporre la propria forza commerciale su un prodotto che arricchisce in primis la catena commerciale statunitense”. Lo ha detto oggi, in apertura di Vinitaly, il presidente di Unione italiana vini, Lamberto Frescobaldi in merito alla situazione che si sta creando sul mercato dopo i dazi.



















