La vendemmia sull’Etna raccontata da Andrea Franchetti
di Luigi Salvo
Il principale artefice della rinascita enologica dell’Etna di questi ultimi quindici anni, Andrea Franchetti, ci racconta la vendemmia sull’Etna, a modo suo, dipingendo tutta la magia di questo fantastico comprensorio. Andrea che non ama essere definito il Barone Rampante, è certamente uno gli uomini più carismatici del vino italiano, colui che nell 2008 ha pensato e realizzato la manifestazione “Contrade dell’Etna” riunendo e mettendo a confronto nella sua cantina di Passopisciaro tutti i produttori dell’Etna.
“L’Etna quest’anno ha vissuto un’estate di gran siccità, un lungo caldo è salito a più riprese a consumare l’aria e regnare fino in alto sul lato Nord, cercando le piante più antiche e possenti di nerello mascalese: tutti colgono a metà Ottobre, che è come mangiare un’arancia verde, pur di salvare il raccolto. La notte del 23 Ottobre c’è stata una grande bufera, la mattina il cielo era arancione con la neve che girava nell’aria.
Scendiamo nelle diverse Contrade per assaggiare l’uva; i vigneti nostri si riconoscono perchè hanno ancora l’uva. L’uva dona aromi stravaganti, è freddo, siamo sulla soglia della luna nuova, la maturazione è ben avanti più di altri anni.
Quindi tutto cambia ogni mattina, si potrà raccoglie all’improvviso ad ogni altezza, in ogni tipo di lava.
A Porcaria l’uva si consuma nello stile rotondo e nero, a Guardiola sembrano esserci sapori di una bellezza travagliata: quindi, a Porcaria si deve raccogliere domani. Chiamiamo una squadra, grossa.
Il 25 Ottobre metà delle uve sono in cantina, l’uva entra gelata, assaggio prima dell’alba, in tre Contrade. Quando mi alzo dalla vigna c’è sole. I ragazzi venuti dai paesi, che nel buio non si vedevano nemmeno, grandi e rumorosi salgono sui pickup tra le battute in siciliano. Vanno a vendemmiare i nerelli alle contrade Chiappemacine, Sciaranuova, Guardiola, e Malpasso.
Domani si coglie anche il petit verdot e il cesanese d’Affile, con cui facciamo il vino Franchetti; stanotte va via il filo di vaniglia rimasto nel sapore, e alè!
Siamo quasi alla fine vendemmia 2014 è il 28 Ottobre. L’uva venuta giù dalle terrazze più alte di Guardiola stamattina era gelida, ma stava nelle vasche come chicchi di caffè, nera, con profumi di frutta e meravigliosa spezia.
Penso che sia pronto anche il nerello delle vecchie piante che crescono ancora più in alto e non maturano mai; andiamo a raccoglierle; poi scaliamo anche le remote terrazze della contrada Rampante, dove si coglie sempre a Novembre e bisogna calare le casse sui pickup dai muri.
C’è sole attraverso la pioggia sottile sulla porta della cantina, e la neve è dappertutto nei boschi sopra di noi. La luna sta spingendo forte verso il primo quarto e tirerà a maturazione per noi anche le uve che abbiamo lasciato negli angoli più freddi.
Quest’ultima vasca ce l’avremo per il 1 Novembre, mentre ogni vasca, ogni botte, in cantina adesso sta fermentando.”
Bellissimo!!!
Luigi bellissimo e coinvolgente questo racconto, stasera bevo Etna
Ottima idea
L’etna è di per se fantastico, raccontato così viene voglia di andarci di corsa.
Vigne e uomini fuori dal comune rendono viva una terra bellissima!!!!
Appassionante!
Franchetti è davvero un tipo particolare, coltivare il Cesanese a quelle quote sull’Etna non è certamente normale.
I suoi vini mi sono sempre piaciuti, sia quelli della Col d’Orcia si quelli siciliani, e non adesso ma dalla prima ora.
Complimenti