Rivoluzione Chianti DOCG in versione rosato
di Luigi Salvo
Il panorama vitivinicolo toscano è in fermento. Con un occhio rivolto ai nuovi trend di consumo e un altro al consolidamento della propria identità sul mercato internazionale, il Consorzio Vino Chianti DOCG ha annunciato una svolta storica: l’introduzione della tipologia
Chianti Rosé DOCG nel suo disciplinare di produzione. La una variazione cromatica di uno dei vini simbolo dell’Italia enoica desta sicuramente scalpore e curiosità, il mondo del vino è in continuo mutamento e sono stati gli stessi produttori ad aver richiesto il recepimento nel disciplinare della versione rosata.
Una decisione audace che segna un netto cambio di strategia e mira a intercettare la crescente domanda globale di vini rosati, soprattutto nei mesi estivi, offrendo al contempo un prodotto che mantiene un forte legame con il territorio e la tradizione.
Il Consorzio nel luglio scorso fa formalizzato la scelta ottenendo il via libera della Regione Toscana, la base ampelografica prevede una percentuale minima di Sangiovese pari al 50%, con possibilità di aggiungere vitigni a bacca rossa e/o bianca autorizzati in Toscana.
La prassi prevede che, dopo la modifica al disciplinare pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Toscana il 17 settembre scorso ed aver ricevuto parere favorevole dalla filiera vitivinicola regionale, il testo passa al Ministero dell’Agricoltura per il via libera definitivo.
Con l’arrivo del si definitivo il Chianti Rosé potrà essere prodotto già a partire dalla vendemmia 2025




















