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Runcot Riserva Elio Grasso, Barolo di nuova concezione affinato in barriques

novembre 5, 2013

barolo elio grasso homedi Antonio Carullo
Passione, rigore ed entusiasmo sono le qualità che più spiccano nella famiglia Grasso, vignaioli piemontesi che da sempre hanno sposato la semplice filosofia di essere riconosciuti principalmente come contadini portando avanti il lavoro di ogni giorno. Siamo a Monforte D’alba, un territorio molto complesso dal punto di vista geologico che riesce ad esaltare le caratteristiche del vitigno Nebbiolo.

E’ da quest’area di Monforte D’Alba che arrivano i Barolo più floreali. In realtà da un punto di vista geografico non esiste una vera e propria identità territoriale nel territorio di Monforte D’Alba, viene diviso in tre grandi suoli: l’unità di Barolo, l’unita di produzione di Castiglione Falletto, e l’altra quella di Serralunga D’alba.

gianluca grasso

Giornalevinocibo ha incontrato Gianluca Grasso il Figlio di Elio, ci ha raccontato principalmente dei progressivi reimpianti di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto  finalizzati allo scopo di consolidare l’azienda nella produzione di vini rossi tra i più significativi del territorio.Oltre ai questi dal 1986 anche un piccolo appezzamento d’uva non autoctona come lo Chardonnay è divenuta espressione del Terroir in cui è stata introdotta.

L’azienda produce tre Barolo, tre cru: il Barolo Ginestra Casa Matè, il Barolo Gavarini Chiniera e il Barolo Runcot Riserva, proprio quest’ultimo, Gianluca Grasso ci tiene in a sottolinearlo, è stata una sua intuizione. Non è difficile presumere quanto contrasto generazionale abbia potuto creare questo vino tra papà e figlio.

Da una parte il Papà Elio, Barolista d’altri tempi, tradizionalmente legato alla marcata impronta territoriale e a quei Barolo da apprezzare dopo qualche anno di bottiglia, mentre Il Barolo Runcot Riserva è la creazione ed è stato voluto dal figlio Gianluca, nato per essere apprezzato da tutti quei palati incapaci di cogliere appieno la vera natura di questi vini dai tannini duri e scalpitanti e solitamente bisognosi di lunghi anni di affinamento per essere apprezzati pienamente.

barolo elio grasso

Barolo Runcot Riserva 2007 Nasce da una vigna di 1,8 ettari, il terreno è di medio impasto calcareo tendente all’argilloso, su un’altezza di 300-350mt. La vinificazione del Barolo Runcot prevede la classica fermentazione in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata, con rimontaggi giornalieri. Compiuta la fermentazione malolattica, il vino si affina in Barrique di rovere francese e dopo l’imbottigliamento riposa per 18-24 mesi.

Nel bicchiere è presente con tutta la forza e l’energia del territorio di Monforte. Sfoggia un’espressione olfattiva deliziosa e decisa nell’abbracciare sentori di frutta scura, spezie e confetture. E’ ampio e di pieno fascino, si riconosce il cacao, la liquirizia, e confetture di ciliegie e amarene a ingentilire il tutto un elegante e ridondante ritorno di spezie dolci e viole. Veramente un’espressione olfattiva austera e capace di coinvolgere.
Al gusto conferma la provenienza monfortina, però con un deciso corpo pieno e superbo. Ha la morbidezza dell’affinamento in barriques, ma anche i tannini ben fusi alla massa. Il finale è trionfante e affidabile per allungo minerale. Runcotè prodotto in 7.000 bottiglie, con un allungo evolutivo privo di pregiudizi.

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  1. novembre 27, 2013 1:48 am

    Salve, l’idea che si faccia un Barolo più immediato e di facile comprensione non mi dispiace in senso lato, magari vinificato senza estremismi cercando di enfatizzare la componente olfattiva piuttosto che lo scheletro acido/tannico, che arrivi da vigne più giovani o da terreni che diano naturalmente vini meno spigolosi (penso ai Barolo di La Morra, ad esempio).
    Ma che il vino “nato per essere apprezzato da tutti quei palati incapaci di cogliere appieno la vera natura di questi vini” sia un Barolo che porta in etichetta la targa RISERVA con tutto quel che significa mi sembra un azzardo al limite del paradosso, altro che intuizione.
    Imho, ovvio.

    Gabriele

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