Esperienza unica la cena gourmet “a quattordici mani” del Serisso 47 di Trapani
di Marcello Malta
Metti una sera degli amici che per sano divertimento organizzano una cena per celebrare oli e vini di un’azienda agricola. Aggiungi l’invito a degli chef che cucinano per te… ed il gioco è fatto! Accade da qualche stagione ormai al Serisso 47, ristorante gourmet del resident chef Gaetano Basiricò, nel porto di Trapani, che Francesco Pellegrino, intrepido imprenditore trapanese, perpetri con gioia questo singolare evento, ormai con cadenza annuale, radunando amici, imprenditori, giornalisti e anche altri chef, sotto il suo conviviale invito.
Pellegrino con la sua famiglia è titolare di Terre di Shemir e produce oli evo dalle cultivar Biancolilla, Cerasuola e Nocellara. Negli ultimi tempi anche vino, assieme al’amico e socio Dino Croce. Via i vitigni internazionali di una volta a beneficio totale degli autoctoni Grillo, Zibibbo e Nero d’Avola, che accompagnano le pietanze della cena a 14 mani.
Quattro le etichette: due rossi e due bianchi. Due versioni di Nero d’Avola, Ennaro e Paradiso di Lara (acciaio e legno), e due versioni di Grillo, Erede e Fedire: il primo in purezza e il secondo in blend con Zibibbo al 15%. Accattivanti le sensazioni erbacee e di freschezza dei due Grillo, coinvolgenti per struttura e freschezza di frutti rossi i due Nero d’Avola. I progetti futuri di Pellegrino?
Riportare in auge i vitigni reliquia e rimetterli in produzione. Una nuova frontiera qualitativa e commerciale da non sottovalutare. Elegantemente adornata la volta del ristorante con una fitta cornice di rami da cui pendevano fiori bianchi di carta e vasetti di vetro con foglie e radici di rafia verde. Un bel tocco di classe ideato da Luciano e Stefania Giorgio, titolari di Marino Fiori Garden Store a Rivoli, in provincia di Torino.
Passeggiata al mercato, scelta accurata della materia prima e sorrisi di complicità tra cuochi. È così che inizia ogni anno la giornata che porta alla cena gourmet. Poi via in cucina a “divertirsi”.
Si inizia con Göran Amnegård, rinomato chef svedese del Kun Blacke di cui è proprietario e che si trova all’interno della struttura ricettiva Blaxsta Vingård a Flen, che dalla sua terra pdi bue muschiato con crumble di pane ai cereali, uovo di quaglia e riduzione di barbabietola. Singolare.
Segue Pino Cuttaia, chef a due stelle de La Madia a Licata (Ag), con la sua “Scala Dei Turchi”. Calamaro, ricci e spuma di mare. Un connubio di tendenza dolce, sapidità ed aromaticità. Preparazione semplicemente superlativa.
Ancora Michelangelo Citino, dal Michelangelo Restaurant di Linate (Mi), con il suo “Con Gli Ingredienti”. Zucca, bignè arrosto, blu di capra e mela caramellata. La delicatezza della vellutata che accoglie la sapidità del caprino e la dolcezza della mela. Eccellente.
Segue Damiano Nigro dello stellato Villa D’Amelia a Benevello (Cn). Filetto di dentice arrosto con salsa olandese e bouillabaisse. Piatto a sensazioni tonde: dolcezza, grassezza, acidità e aromaticità. Sorprendente.
È la volta di Gaetano Basiricò, local chef, che esprime un classico della cucina siciliana. Broccolo arriminato in vellutata di broccolo su salsa di sarde salate, uva passa, cannolo di pane e broccolo croccante. Amalgama zelante di dolcezze, sapidità e aromaticità. Il “trucco” di Gaetano – come dice egli stesso – è la sua complicità con gli ingredienti. Tradizionalista.
Tocca a Stefano Mazzone, chef del ristorante gourmet Rendez-Vous del Grand Hotel Quisisana di Capri. Agnello e coratella con primizie di stagione. Piatto muscoloso e sapido. Audace.
Infine chiude Giovanni Nigro, fratello di Damiano, col dessert. Mousse al cioccolato bianco, scampi, passion fruit, caramello e croccante di caramello. Un dessert con gli scampi? Esatto. Scommessa vinta. Eroico.