Marabino: verticale Chardonnay Eureka e Nero d’Avola Archimede
di Luigi Salvo
Il vino è passione pura, passione per il colore della terra, passione per la vigna che cambia forma e colore nel corso di un intero anno, passione per i grappolini che iniziano a crescere e per gli acini che prendono il loro giusto colore, e soprattutto passione per il mosto che tumultuosamente si trasforma in vino donando le sue caratteristiche naturali. Pierpaolo Messina mette in campo la sua grande passione nel territorio di Noto (Sr) in contrada Bonivini, nella parte più a sud-est della Sicilia, zona storicamente vocata al vitigno principe siciliano Nero d’Avola.
Per scelta, la sua azienda Marabino, adotta la coltivazione biodinamica cercando di governare al meglio la natura attraverso strumenti naturali generati dai processi di vita della natura stessa. L’uomo, se è in grado di mettere la vite in perfetto equilibrio con il suo ecosistema, riceverà da lei i magnifici frutti espressione del territorio.
E’ un paio d’anni che non mi reco in cantina, conosco bene i vini di Pierpaolo, questa visita in compagnia dell’amico e collega Roberto Gatti è l’occasione per testare i vini con due interessanti verticali: una di Chardonnay Eureka e l’altra di Nero d’Avola Archimede.
Il comprensorio della DOC ‘Eloro & Noto’, nel territorio di Pachino e di grande bellezza, la cantina sorge su una collinetta, richiama le linee essenziali dei Bagli Siciliani ottocenteschi, i trenta ettari della Marabino hanno metodi d’impianto ad alberello e a spalliera. L’impianto ad alberello pachinese ha una densità di 7.000 piante ettaro, è detto “impupato” per la sua caratteristica forma, poiché viene “liato”, ovvero legato, i germogli sono ancorati ad un tutore di canna, e poi successivamente è “mazzunato”, i germogli sono piegati per inibire la dominanza apicale.
Gli impianti a spalliera con densità di 5500 piante ettaro, sfruttano al meglio le pendenze del suolo, l’irraggiamento solare e i venti dominanti della zona.
Un grande impegno è stato profuso in questi anni da Pierpaolo e dai suoi collaboratori, attraverso selezione massale dalle vigne più vecchie del territorio pachinese sono stati individuati diversi biotipi di Nero d’Avola, è stato reimpiantato l’autoctono Moscato bianco da cui nasce il Moscato di Noto, vino dolce di grande finezza ed eleganza. Sono stati selezionati anche due cloni di Chardonnay particolarmente adatti al microclima di Pachino.
Iniziamo con la verticale di Eureka in compagnia di Pierpaolo Messina e dell’enologo Salvatore Marino, è interessante vedere come evolve questo Chardonnay in terra di rossi:
Eureka 2009
Il vino è ottenuto da Chardonnay 100%, sono stati usati lieviti selezionati, ma nel corso degli anni successivi si è passato ai lieviti indigeni presenti sulle bucce dell’uva.
Ha splendido luminoso colore dorato con riflessi paglierini, naso di frutta a polpa gialla in confettura, vaniglia, nocciola e suadente tostatura. All’assaggio è morbido con acidità tuttavia ancora ben presente. 82/100
Eureka 2010
Da questa annata è iniziato l’utilizzo di lieviti indigeni in fermentazione. Nel bicchiere è colore giallo paglierino con riflessi dorati, ha olfatto invitante di note floreali e frutta matura a polpa gialla, sentori speziati, salvia, alloro, ritorni fumè dati dal particolare terreno alluvionale. Bocca piena, ricca di frutta e mineralità. 86/100
Eureka 2011
Pierpaolo spiega come l’umido del mare arrivi certamente in vigna, la salsedine si attacca agli acini e li protegge donando al vino particolare mineralità. Nel bicchiere quest’annata è di vivo colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso è intenso e verticale, con note floreali di mimosa, fruttate di ananas, pesca, albicocca, erbe aromatiche, paglia essicata. Bello in bocca di lunga e profonda freschezza e mineralità. Bella espressione di Chardonnay siciliano. 90/100
Eureka 2012
Vino prelevato dalla vasca ancora non filtrato, ha naso intenso, floreale, di succo di pera. All’assaggio mostra acidità, ha sicuramente grande potenzialità. n.g.
La verticale di Nero d’Avola Archimede si sviluppata in cinque annate:
Archimede 2007
Questo vino è ottenuto da una vigna di Nero d’Avola ad alberello di circa cinquant’anni, è affinato cinque mesi in grandi botti di legno. Colore rosso rubino con riflessi granato, all’olfatto evoca sensazioni di petali di rose essiccati, sciroppo d’amarena, note di cuoio, liquirizia e spezie. Il sorso è ancora fresco, di buona rotondità e lunghezza. Vino improntato sulla finezza. 88/100
Archimede 2008
Affinato per circa un anno in grandi botti di legno, ha luminoso colore rosso rubino scuro, quadro aromatico deciso nei toni della frutta rossa scura, ciliegia e mora, note di eucalipto, cioccolato, chiodi di garofano, macchia mediterranea. La bocca sottolinea acidità, tannini vivi, frutto e sapidità nel lungo finale. Annata di spessore. 89/100
Archimede 2009
Figlio di un’annata particolarmente calda, è stato vinificato con i suoi lieviti indigeni, ha residuo zuccherino leggermente più alto degli altri, ha un basso contenuto di S02 di circa 30 mg/lt.Colore rosso rubino scuro, naso intenso con note di frutta rossa scura, spezie, caffè, liquirizia. Alla beva è caldo, con quadro tannico-sapido presente, in bocca è masticabile. 87/100
Archimede 2010
Nasce da un’annata particolarmente equilibrata, è luminosissimo rubino scuro, naso intenso e sfaccettato di fiori, frutta rossa, ciliegia, prugna, mora, note agrumate, cacao, cannella, grafite. Sorso vivo, pulsante, è fresco di frutto e toni balsamici, sapido nel finale leggiadro e lungo. Vino elegante di gran prospettiva. 90/100
Archimede 2011
Prelevato per questa verticale direttamente dalla botte di grande capacità nella quale sosterà in totale venti mesi. Brillante colore violaceo scuro, mostra naso molto intenso con note floreali e fruttate di ribes, ciliegia, mora e spezie. Bocca piena, acidità e tannino a profusione, necessità ancora del giusto affinamento in legno e bottiglia. Vino giovanissimo, un cavallo di razza in prospettiva. 87/100
Le migliori espressioni degustative in questo momento le hanno date l’annata 2011 dello Chardonnay Eureka e la 2010 del Nero d’Avola Archimede ma, tutti i vini hanno evidenziato alcuni aspetti fondamentali: la continua crescita qualitativa, il profondo legame con il territorio d’origine, e la loro unicità figlia delle diverse annate produttive.
Vini veri, frutto di amore e passione.
L’Archimede e il mio nero d’avola preferito, uno dei pochi nero d’avola che è nero d’avola.
Scoprire questi vini siciliani mi riempie di orgoglio.Anche perche’mia nonna che di cognome faceva Marino era originaria proprio di Noto.
Sorprendente questo chardonnay!
Se ho capito bene tutti questi vni sono biologici e biodinamici vero?