Metiusco Palamà,un rosato travestito da rosso
di Roberto Gatti
Bere un rosato a tanti anni dalla vendemmia è sempre un’incognita ma a volte può dare grandi soddisfazioni. Conservavo in cantina una bottiglia di Metiusco dell’azienda Palamà, già vincitore al Concorso Internazionale del Vinitaly, di alcuni anni addietro, di una Grande Medaglia d’ Oro. Metiusco: dal greco “Io mi inebrio”, è un rosato ricavato da uve selezionate di Negroamaro coltivate ad alberello nel comprensorio di Cutrofiano in provincia di Lecce.
Metiusco Igt Salento Rosato Palamà 2007
L”annata ’07 la lascio in frigorifero per un giorno, poi con qualche perplessità dovuta ai quasi 6 anni d’invecchiamento mi accingo alla stappatura.
Al colore è di un cerasuolo carico con note aranciate, qui iniziano le mie infondate preoccupazioni, perchè al naso è intensissimo, ha perso un poco di freschezza, ma in compenso è diventato complesso ed intrigante, note salmastre dovute alla vicinanza dei due mari del Salento.
In bocca entra armonico ed in punta di piedi, per sprigionare tutta la sua forza ed intensità nel centro e finale di bocca, note di frutta tropicale su fondo di nocciole, sapido e minerale ( termini tanto di moda e molto spesso abusati, ma non in questo caso ), con una persistenza finale lunghissima da qui all’eternità, minuti interminabili.
Molto probabilmente ad un consumatore “ normale “ in questa fase, il vino forse non sarebbe piaciuto, ma personalmente l’ho trovato delizioso, forte, intenso e complesso, a tal punto che non è rimasta una sola goccia nella bottiglia, mentre generalmente dopo una degustazione “ tecnica “ ne rimane ancora molto!
I miei personali complimenti a questa bella realtà salentina, che ad ogni concorso/competizione enologica si mette sempre in risalto tra i primissimi posti in assoluto.