Merlot non è solo”merlottini”, ecco i più importanti vini italiani da questo vitigno
di Antonio Carullo
Per chi ama il vino pensare al Merlot è volare verso gli storici paesaggi francesi del Bordeaux, il “Department” della Gironda nel sud-est della Francia, o al Merlot in uvaggio con il Cabernet Sauvignon, classico “taglio bordolese” conosciuto in tutto il mondo, e per toccare il massimo allo Château Petrus, il Merlot più ambito ma anche il più costoso, nel quale il Merlot sviluppa una completezza e una complessità tale da poter essere un unico.
Ci riesce quest’uva quando incontra un terroir tale che gli permette di trascendere il carattere varietale, dando al vino una forza di espressione inconfondibile.
Senza dubbio la zona del Pomerol è una di quelle dove Merlot incontra i terreni argillosi, ma anche umidi e freddi sottolineando la massima espressione del vitigno. Si parla di Merlot sin dal 1700, un vitigno classico nel mondo enologico, un po’ ruffiano, dal colore impenetrabile, tendenzialmente morbido, talvolta marmellatoso con profumi dolci di confetture di mirtillo e caramello volendo cercare un consenso facile nell’immaginario collettivo di chi lo degusta.
In Italia il Merlot arrivò con il nome di Bordeaux o Bordeaux Noir, ha vissuto due fasi distinte la prima oltre un secolo fa, quando approdò in molte zone del nord-est, in Friuli Venezia Giulia in particolare (studi hanno dimostrato analogie tra le Graves del Bordeaux e i terreni ricchi di detriti alluvionali delle Grave del Friuli) è approdato in un periodo post-fillosserico, arrivato per sanare le situazioni economiche di queste terre dove la viticoltura è stata sempre povera, con il Merlot si pensava di avere ogni anno una vendemmia costante e generosa, cosi da rimpinguare le casse di questi piccoli viticoltori.
Anche in Trentino e Alto Adige il Merlot è presente , nelle pianure venete del Piave e nei Colli Berici, in Umbria sin dagli anni 50, messo in luce grazie al grande Gino Veronelli, mentre in Toscana è arrivato pian piano ma ha preso radici qualitative nei Super Tuscan e non solo. Gli ultimi Merlot nel resto del paese sono di una ventina d’anni fa, introdotti per precise scelte tecniche di mercato anche da parte di famosi enologi quali: Riccardo Cotarella, Marco Pallanti e Carlo Ferrini.
Volete togliervi un grande sfizio, bevetevi uno tra quelli presenti in questa carrellata dei più importanti Merlot d’Italia che riescono a far apprezzare questo vitigno nella sua massima espressione.
L’Apparita Castello Di Ama 2008 Grande classico, papà di tutti i Merlot toscani, vero punto di riferimento nel cuore del Chianti Classico. Vigneti situati a circa 500 mt d’altezza, e quindi in una situazione diversa da quelli dei cugini mediterranei.
Si presenta nel bicchiere denso ma non troppo rispetto ai cugini della stessa tipologia. Il naso sciorina profumi che spaziano dal minerale di grafite e polvere da sparo, ai floreali di viola, rosa rossa, note dolci di amarena e pesca nettarina. Bocca di grande fascino, morbida, con un equilibrio teso e interrotto solamente dal tannino ridondante ma accattivante. Eccellenti proposte evolutive.
Masseto Tenuta Dell’Ornellaia 2009 Senza forse, è il più famoso Merlot D’Italia, senz’altro il più costoso. Pochi anni dopo la creazione della Tenuta Dell’Ornellaia con l’annata 1987 il Merlot della collina del Masseto aveva un carattere particolare, si decise allora di non unirlo al Bolgheri Superiore Ornellaia, ma di vinificarlo e imbottigliarlo come un vero e proprio Cru. Masseto è una collina i cui terreni cambiano a seconda della propria posizione, in realtà non vi è un solo Masseto ma tre diversi Masseto con tre zone distinte tra di loro.
Si manifesta con un impatto scuro, che fedele ricalca il terroir. Ha un naso fine, d’istinto, minerale, cupo e scuro, marino e polposo. Mora, mirtillo, sensazioni di prugne, pepe rosa, oliva nera, toni intensi di cioccolato amaro e torrefazione. In bocca è opulento e vigoroso, succoso e fitto di tannino estratto benissimo e gestito magistralmente. Lunghissimo lascia emergere ancora profumi di territorio. E’ ancora molto giovane tra qualche anno si confermerà con eleganza e agilità.
Messorio Le Macchiole 2009 Un grande Merlot della zona di Bolgheri. Oggi Portato avanti da Cinzia Merli moglie del grande Eugenio Campolmi uno dei grandi uomini del vino italiano, purtroppo scomparso prematuramente nel 2002.
Nel Bicchiere è di un manto ammaliante e luminoso. Ventaglio aromatico che si apre con fortissime note floreali di rosa e di violetta, dominano anche cenni fruttati nitidi e ben riconoscibili di ciliegie, prugne, mirtilli, ingentiliscono l’olfatto sensazioni balsamiche di aghi di pino ed eucaliptolo. Veramente ricco di personalità ed eleganza. Il Sorso riesce ad essere perfettamente soffice e raffinato come nei migliori Merlot, il tannino è di nobile estrazione e assolutamente integrato alla massa. Procede in un finale lunghissimo e di estrema pulizia.
Crosara Maculan 2009 Siamo a Breganze in provincia di Vicenza, la famiglia Maculan vinifica le migliori uve di Merlot in questo incantevole paese di collina incastonato tra le Prealpi Venete.
Il Crosara è un Merlot che mira dritto alla massima qualità, rotea nel bicchiere luminoso e concentrato. Al naso profuma di menta, oliva nera, frutta nera, ribes, prugne, spezie dolci e cioccolato fondente. Al palato regala morbidezza deliziosa e vigore perfetto nella simmetria e nello stile. C’è un incredibile precisione e definizione in questo vino. Solo 3000 bottiglie prodotte per il Crosara.
Montiano Falesco 2010 Da subito questo Merlot viene accolto nel mondo enologico come uno dei vini rossi più innovativi italiani, un simbolo delle potenzialità della Regione Lazio. Le uve provengono in parte dal comune di Montefiascone e in parte più sulla costa nella zona di Santa Severa.
Olfatto complesso e ricco di sensazioni di ribes nero, amarena, chiodi di garofano, per poi abbracciare sentori di tabacco e spezie dolci, veramente il tutto nitido e lineare. Il sorso è ricco d’equilibrio tra la tensione acida e la cremosità fruttata/glicerica. Finisce sottile e profondo.
Baffonero Rocca Di Frassiniello 2010 Sorprendente versione di questo splendido Merlot maremmano. Il Vino prende nome dall’anonima vigna, la vigna Baffonero è ai piedi della cantina progettata da Renzo Piano, con un’esposizione perfetta, la cura esasperata dell’agronomo ed enologo Alessandro Cellai. Il Baffonero a sua volta prende il nome da una vicenda tutta maremmana, fatta di caccia, di uomini forti, di cinghiali aggressivi e di cani coraggiosi.
Il Baffonero nel bicchiere mostra tutte le sue potenzialità presentandosi ricco di vigore e dal colore impenetrabile. Al naso è tipicamente e profondamente mediterraneo, frutti in confetture, mora, grafite, timo, cioccolato fondente e bacche di ginepro. Bocca ricca e opulenta, dona la genorosità del Merlot in morbidezza, ma lascia anche spazio ad un tannino levigato e abbondante. Molto persistente il finale del Baffonero.
Galatrona Petrolo 2010 Siamo nuovamente in Toscana precisamente ad Arezzo, Galatrona è considerato forse il Merlot italiano più interessante alla schiera del Masseto.
Molto concentrato nel colore e compatto per estrazione. Si scorgono fragranze di mirtillo, cioccolata, poi vira nel fumè, liquirizia, rimettendo il naso nel bicchiere dopo qualche minuto si ingentilisce su note di eucaliptolo e cenni resinosi. In Bocca è superbo, rivela una struttura imponente, scie minerali di sapidità elevano il sorso, i tannini di maschia presenza donano longevità e sono ben bilanciati dalla massa glicerica che lo circonda. Un Merlot da togliersi il cappello!