Verticali da sogno: quattro annate di Échezeaux e tre di La Tâche Romanée-Conti
di Luigi Salvo
La degustazione dell’anno, forse sarebbe meglio dire del decennio, oppure soltanto la degustazione!
Domaine de la Romanée-Conti il nome del desiderio per qualunque enofilo, il cuore della Borgogna, la più ambita, la più ricercata. A Milano il 24 Novembre ho avuto la fortuna di essere uno dei trenta invitati al prestigioso tasting che ha visto sfilare quattro annate in verticale di Échézeaux: ’98, ’00, ‘01, ‘02 e tre di La Tâche ’97, ’99, ‘01
Domaine de la Romanée Conti ha una storia affascinate, nel lontano 1451 i monaci del convento di St. Vivant vendettero alla famiglia Croonembourg la vigna estesa due ettari dal nome Cros de Clou, oggi è indubbiamente la più costosa e pregiata del pianeta. Nel 1760 il principe Louis-François Bourbon de Conti acquista la proprietà e muta il nome del domaine da Cros del Clou a La Romanée.
Dopo tanti passaggi, la proprietà nel 1911 giunge a Henri Chambon e Edmond Gaudin de Villaine, il cui discendente Aubert è attualmente uno dei due co-gérant del Domaine, l’altro è Henry Roche.
Nel corso del tempo il patrimonio delle vigne di Pinot Nero, tutte Grand Cru, si è notevolmente arricchito e oggi ne conta due in Monopole, cioè di proprietà completa ed esclusiva del Domaine: la Romanée Conti (1,8 ha) e La Tâche (6 ha); poi Richebourg (3,5 ha), Échezeaux (4,7 ha), Grands Échezeaux (3,5 ha), Romanée St.Vivant (5,3 ha), Montrachet (0,7 ha).
La Domaine produce circa ottantamila bottiglie l’anno, con rese molto basse, i più grandi vini di Francia, i Grand Crù Romanée-Conti, La Tache, Echezeaux, Grand Echezeaux, Romanée St. Vivant ed il bianco Montrachet.
Iniziamo il nostro viaggio da un millesimo che ha quindici anni:
Échézeaux 1998
Così pregevole ed ammaliante che descriverne al meglio aromi olfattivi e gusto non può rendere la sua bontà ed il suo valore. E’ un Pinot Nero elegante e discreto, dal colore rubino scarico, che all’olfatto delinea tratti nitidi e d’altissimo profilo.
Il primo naso effonde intense sensazioni minerali e note di frutta rossa macerata di ribes e amarene, muta di continuo con una fantastica poliedricità, cipria, polvere d’argilla, liquirizia, spezie finissime.
Al sorso si apre uno spettacolo d’intensità mutevole e di persistenza con echi di frutti rovo, rabarbaro, fitto tannino e lungo finale di sapida consistenza.
Échézeaux 2000
Naso piacevolissimo con richiami di viola essiccata, confettura di ribes, spezie e grandi toni minerali. Bocca più sottile del millesimo precedente, di impareggiabile tannino chiude con un perfetto equilibrio tra calore acidità e sapidità
Échézeaux 2001
Bellissimo sin dall’olfatto, rose essiccate, prugne, ribes, spezie balsamiche, importante nota muschiata, chinotto, mineralità. A tratti in bocca ricorda il ’98 con sapidità davvero importante e note evolutive di grandissimo pregio.
Échézeaux 2002
Naso di rosa selvatica, ribes e prugna fresca, felce, nitida aristocratica speziatura. Sorso scattante, incredibilmente giovane per il millesimo, con tannino pimpante e lunga freschezza d’aromi complessi.
La denominazione La Tâche è la più a sud dell’intera Côte de Nuits, fino alla rivoluzione francese apparteneva ai monaci di Saint Denis de Nuits, dopo la vendita del vigneto storico ai nuovi proprietari, che allora era di circa 1.5 ettari, questi furono autorizzati ad aggiungere la parte più grande del vicino vigneto Gaudichots che già possedevano.
La vigna prende il nome probabilmente dall’espressione “tâcheron”, operaio che si occupa di una vigna in cambio di un salario. La superficie attuale è di poco superiore ai 6 ettari, ha un’esposizione perfetta, suolo ciottoloso che gli assicura un perfetto drenaggio, dona vini di grandissima finezza e straordinario longevità.
La Tâche 1997
Un grandissimo Pinot Nero di Borgogna, naso di viola macerata, confettura di ribes, foglie secche, humus e moltitudine di spezie fini.
L’ingresso in bocca è straordinariamente fresco, profondo ed ampio come pochi assaggiati.
La Tâche ’99
Dei tre il più straordianario al naso ed in bocca, lo continuo ad olfattare per un ora buona e continua a donare una moltitudine di sfumatura tra fiori, frutta, spezie e sentori terziari fantastici. Impressionante al palato per potenza ed eleganza di frutto e spezie con sentori d’evoluzione nel lunghissimo interminabile finale.
La Tâche ’01
Fiori, frutta, muschio e felce donano un freschissimo naso, condito da alloro e radice di liquirizia. Sorso ricco di dinamismo coinvolgente che si distende in un finale ricco di suadenti ritorni balsamici.
…ho bevuto un La Tache 2004 l’anno scorso….non lo dimentico più!!!!