Nuovo disciplinare per il Montefalco Rosso senza Cabernet e Merlot
dalla redazione
Il Consorzio Tutela Vini Montefalco punta all’unanimità a una determinante svolta approvando importanti modifiche al disciplinare su norme di imbottigliamento e uvaggi del Montefalco DOC e aprendo al “Grechetto”. Imbottigliamento in zona, insieme alle operazioni di vinificazione e invecchiamento obbligatorio, anche l’imbottigliamento dei vini a denominazione di origine controllata “Montefalco” dovrà essere effettuata nell’ambito territoriale del Comune di Montefalco e in parte dei comuni di Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria, in provincia di Perugia.
Modifica degli uvaggi. Subirà variazioni anche la composizione degli uvaggi del Montefalco DOC. Si passa da tre uvaggi (Sangiovese dal 60 al 70%, Sagrantino dal 10 al 15% e altre uve autorizzate 15-30%) a due uvaggi prevedendo la possibilità di non utilizzare un terzo vitigno in favore del solo utilizzo in prevalenza di Sangiovese (dal 60 all’ 80%) e in misura minore di Sagrantino (dal 10 al 25%) per rafforzarne struttura e intensità.
Lo scopo di questo intervento è dare una maggiore connotazione territoriale ai vini di Montefalco, come spiega il Presidente Pambuffetti: “L’unicità delle denominazioni montefalchesi è legata a doppio nodo al nostro territorio, un valore autoctono da difendere, per salvaguardarne qualità e reputazione, garantirne l’origine e assicurare l’efficacia dei relativi controlli”.
Montefalco Grechetto. Tra i vini di Montefalco, inoltre, fa il suo ingresso il “Grechetto”, la varietà bianca autoctona più diffusa dell’Umbria. Il “Montefalco Grechetto” sarà ottenuto dalle uve provenienti dai vigneti composti prevalentemente dal vitigno “Grechetto” (maggiore dell’ 85%) e da uve a bacca bianca, non aromatiche, da altri vitigni idonei alla coltivazione nell’ambito della Regione Umbria.