Le bottiglie di Catarratto cambiano nome, diventeranno semplicemente “Lucido”
di Luigi Salvo
A breve potremo bere numerose bottiglie di Lucido magari da uve coltivate in collina o in riva al mare, vini solo acciaio o fermentati in legno. Dopo due anni di trattative da parte del Consorzio di tutela Vini Doc Sicilia arriva lo sblocco del Ministero che consente di etichettare le varietà Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido coltivate in Sicila con il sinonimo “Lucido“, il nome usato storicamente per designare le due varietà
La decisione arriva dopo due anni di trattative portate avanti a livello regionale e nazionale dal Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. Interpretando le esigenze dei produttori vinicoli siciliani si è cercato di trovare un’alternativa al nome “Catarratto”, che risultava, specie nei mercati internazionali, di scarso appeal o difficilmente pronunciabile.
Da qui la scelta di fare ricorso a “Lucido”, termine usato anticamente in Sicilia per indicare entrambe le varietà di Catarratto.
Le due varietà di uva, Catarratto Bianco Comune e Catarratto Bianco Lucido, con rispettivamente 16.659 e 14.125 ettari rappresentano insieme circa il 30 per cento della superficie regionale vitata
Antonio Rallo, Presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia: “Come Consorzio abbiamo cercato di dare voce ad una necessità manifestata non solo dai produttori della nostra denominazione, ma da tutta la regione, e per questo siamo felici di sapere che la misura sarà messa a disposizione di tutte le altre Doc e Igp della Regione Siciliana che producono Catarratto. Il via libera del Ministero è un segnale che siamo sulla buona strada, il nostro dialogo con il Ministero continuerà ad essere proficuo. È infatti in discussione in questo periodo la modifica del nostro Disciplinare di Produzione che speriamo arrivi nel più breve tempo possibile”.