L’evento 2023 del Comitato Grandi Cru d’Italia in occasione di Vinitaly
di Luigi Salvo
Domenica 2 aprile, il Teatro Ristori di Verona ha ospitato il tradizionale evento che, dal 2007, il Comitato Grandi Cru d’Italia organizza in occasione di Vinitaly per celebrare i grandi vini che rappresentano l’eccellenza della produzione enologica italiana. Protagonisti, infatti, i Grandi Cru dei Soci del Comitato, esaltati dalle creazioni dei fratelli Cerea del
ristorante Da Vittorio. Circa trecento gli ospiti, tra giornalisti e operatori nazionali e internazionali, istituzioni accolti da Valentina Argiolas, Presidente, e da Paolo Panerai, Vicepresidente Esecutivo del Comitato Grandi Cru d’Italia, che sul modello francese riunisce i produttori più rappresentativi dell’eccellenza vinicola del Paese, che da almeno 20 anni producono vini con i più alti rating risultanti dall’incrocio delle principali e più autorevoli guide e riviste italiane e straniere.
L’evento ha rappresentato un’opportunità di confronto per il mondo del vino, sull’importanza di preservare e valorizzare il patrimonio enologico del nostro Paese, ma anche sulle nuove sfide come quelle dell’intelligenza artificiale. Si è infatti esplorato il tema per capire come l’intelligenza artificiale possa avere un impatto significativo sull’industria del vino, accelerando i processi, aumentando l’interazione con i consumatori e consentendo una personalizzazione più efficace della comunicazione. Sul tema sono intervenuti Monica Larner, Italian Reviewer, Robert Parker Wine Advocate, dando vita a un interessante faccia a faccia con un avatar creato con intelligenza artificiale generativa ChatGPT.

Se l’avatar è stato in grado di riassumere perfettamente le condizioni meteo che hanno portato all’annata 2022 del Chianti Classico, Monica Larner ha fornito un’anteprima sulla vendemmia: “I vini del 2022 ci daranno l’opportunità di testare realmente le sottozone ufficiali che la denominazione ha così diligentemente introdotto, dopo decenni di duro lavoro e ricerca. La mia previsione è che il Chianti Classico del 2022 porterà a una discussione che va oltre la critica enologica standard per il Sangiovese. La discussione si concentrerà invece sulla creazione di una definizione operativa di ciò che è il Chianti Classico nel suo complesso”.
Gabriele Gorelli, Master of Wine, ha sostenuto che l’intelligenza artificiale avrebbe sicuramente reso diversi i suoi studi per diventare Master of Wine, ma non migliori: “È il pensiero critico che è importante, capire il perché delle cose”.
Ian D’Agata, Editor-in-Chief, TerroirSense Wine Review and Chief Scientific Officer, TasteSpirit e TerroirSense Wine Academy, stabile in Cina ormai da anni, ha raccontato alla platea che “La Cina è molto interessata all’intelligenza artificiale e continua a fare importanti investimenti. Nel 2030 La Cina sarà probabilmente leader nel settore dell’AI”. Ha raccontato che ci sono già vari ristoranti dove il cibo è cucinato e servito da robot, seppur supervisionati da un essere umano e ancora ci sono luoghi dove è possibile riprodurre l’esperienza sensoriale del gusto, tramite un algoritmo, permettendo a diverse persone di sperimentare lo stesso momento.
In collegamento da New York, Antonio Galloni, Founder di Vinous, si è soffermato sul fatto che viviamo già immersi nella tecnologia, ma l’AI non potrà mai sostituire l’esperienza umana di giornalisti e critici di settore e nemmeno la passione di un produttore nel creare un vino: “La tecnologia è uno strumento e i risultati finali dipendono da come noi usiamo questo strumento”.