Emozione nel bicchiere, Brunello di Montalcino Biondi Santi 1977
di Luigi Salvo
Ogni bottiglia di un grande vino che abbia attraversato due o tre decenni diventa assolutamente unica, è sempre diversa da un altra che magari nata lo stesso giorno a distanza di pochi minuti ha sfidato il tempo in condizioni ambientali diverse che ne hanno modificato e plasmato profondamente la matrice organolettica.
“Metti una sera a cena..” è una frase che avrete letto tante volte ma per l’occasione che sto per raccontarvi calza esattamente a pennello.
Un caro amico dopo un pomeriggio trascorso tra chiacchiere e scambi d’opinioni mi invita a restare a cena da lui, io obietto che mi avrebbe fatto molto piacere ma essendo già tardi dovevo andar via, lui mi osserva e controbatte serafico :“ …e se ti aprissi un Biondi Santi del ’77?”
Il tempo di ascoltare la sua proposta ed eravamo già per le scale di casa che portano in cantina, un ambiente al riparo da luce e rumori, a temperatura controllata, dove riposano campioni di razza.
Diverse le bottiglie di Brunello Biondi Santi, di 1977 una sola bottiglia, è ricoperta dalla polvere, stà li in orizontale dal 2001. Dopo averla pulita eccola con l’etichetta in bella mostra.
L’apertura del Brunello di Biondi Santi a 36 anni dalla vendemmia è stata operazione meticolosa e precisa, nel bicchiere sua maestà non ha tradito le nostre aspettative, potenza di una grande bottiglia e di una conservazione negli anni maniacale.
Nel 1977 al Greppo c’è stato un autunno temperato, una buona primavera ed un’estate calda a Luglio ed Agosto mitigata da alcune piogge a Settembre. I parametri di questo fuoriclasse evidenziano alcol regolare (13,6) acidità totale (5,9 g/l), estratto secco (26,8) e grande quantità di polifenoli 72,1.
Che colore nel bicchiere, un granato vivo con lievi sfumature aranciate denota ottima forma, dopo un paio di ore il naso esprime il meglio di se, eleganza di mora e ciliegia sotto spirito, tabacco dolce, anice, note calcaree, caffè, cioccolato, ed evidenti sensazioni ferrose e di arancia amara.
Se il naso intriga ed invita al sorso, è proprio la beva che stupisce, la struttura polifenolica in bocca si avverte tutta, il tannino dolce e le sensazioni olfattive che ritornano piene sono arricchite da un’intensa nota balsamica di foglia di menta in una lunghissima persistenza sapida di gran pregio.
Del capostipite del Brunello ho bevuto tanti millesimi più antichi e non, questo è tra quelli che ha donato la magia di un grande vino, è riuscito a trasmettere una vibrazione speciale, è riuscito ad emozionare.
Colore splendido nel bicchiere, bella Luigi e tanto di cappello al grande Brunello di Biondi Santi
Uno spettacolo!!!
Il grande vino italiano!!!!
Alla faccia degli invidiosi è il Brunello più puro e unico che ci sia.
Amen
La grandezza di questi vini è la loro indiscussa longevità, alla pari dei grandi di Francia.
Luigi il tuo amico sapeva qual’era il tuo punto debole…..per farti restare a cena…..che sacrificio…..:)