“Non hai mai assaggiato Shiarà? Allora non conosci il Catarratto di Sicilia”
di Roberto Gatti
Sono passati alcuni anni da quando, era il marzo 2010 durante Sicilia En Primeur, un amico mi segnalò questo vino e mi disse : “ Roberto assaggialo “. Ricordo ancora che il mio stupore e la mia meraviglia furono talmente grandi che esclamai “…..azz ma che vino è questo? Chi lo produce?
Avevo scritto del Catarratto Shiarà di Castellucci Miano una prima volta tempo fa, assegnando all’annata 2008 un bel 92/100. Da quel momento non me lo sono più scordato, è stato amore a prima vista, poi non ci siamo più incontrati.
Ma come si fa con gli amori giovanili, mi sono informato chi fosse il padre di questo “ capolavoro siculo “, la sua famiglia ecc.
Finchè un giorno incontro in Sicilia e di sfuggita il “ padre putativo “ di questo vino, l’enologo Tonino Guzzo, ma l’incontro è di quelli fugaci e brevi.
Passano alcuni anni ed incontro ancora Tonino Guzzo, l’enologo della Cantina Castellucci Miano, a Guimaraes in Portogallo in occasione della 19° Edizione del CMB, per lui la prima partecipazione al prestigioso evento.
Insieme ad altri amici in comune provenienti dalla Sicilia, non ci mettiamo tanto ad entrare in confidenza e simpatia, al che memore di quell’incontro fatale di alcuni anni prima, chiedo “ la mano “ al padre putativo, ovvero informazioni su quel vino ed ogni altro dettaglio.
Shiarà nasce nel territorio Colline Valledolmesi alle pendici delle Madonie selezionate nelle contrade Sciarazzi e Miano ad un’altitudine di 800 – 950 m. s.l.m..dal vitigno catarratto da allevamento ad alberello, potatura a sperone e guyot, età vigneti 30/40 anni. Il terreno è sabbioso, argilloso, medio impasto, con reazione alcalina dovuta alla presenza di calcare attivo. Il vino fermentato a temperatura controllata ed affinato in acciaio 6 mesi e 4 in bottiglia.
Shiarà catarratto 2005 Castellucci Miano
Giallo paglierino tendente al dorato, limpido e brillante ; naso intenso di grande qualità e soddisfazione, appena stappato note di mandorla amara e nocciola, poi con ossigenazione nel bicchiere emergono note agrumate, ma anche fiori bianchi, eleganza e finezza sono le sue prerogative principali, grande!
In bocca entra consistente, ritornano le note agrumate percepite al naso, una bella spalla acida ( mai sopra le righe ) lo sorregge a meraviglia nonostante i suoi 9 anni di vita ( alla cieca dimostrerebbe non piu’ di 2 o 3 anni ), armonico, appagante, minerale con una chiusura lunga.
Solo vigneti situati a 700/900 mt. slm ad alberello di 60/70 anni possono originare espressioni vitivinicole di tale grandezza, unitamente ad una mano enologica sapiente e calibrata.
Bravo Tonino per questa grande realizzazione, che pone questo vino tra i miei Top Five nella categoria bianchi fermi di Sicilia. Da classificare Eccellente ( 93-94/100 )
Mi fa specie che, tranne la selezione dei migliori bianchi di Sicilia di giornalevinocibo (leggi qui), nessuna guida nostrana lo abbia ancora inserito tra i Top isolani, probabilmente non lo hanno ancora assaggiato!!
Concordo pienamente. Quando alcuni anni fa conobbi questo vino mi sono proposto di presentarlo nelle varie cene organizzate dai miei amici e ogni volta il giudizio finale era: è molto buono, non so perché non conosco questo vino, regge benissimo la comparazione con Alcuni vini bianchi di buona fama.