L’Etna di piccola produzione, Don Michele 2013 Tenute Moganazzi
di Luigi Salvo
Era il Marzo del 2008, quando, incontrando Vincenzo Pennisi, ebbi modo di assaggiare la prima annata in bottiglia del Don Michele Etna rosso Tenute Moganazzi, era la 2006 (leggi). Al primo sorso mi piacque subito, la stoffa nel vino era evidente come l’amore per la bottiglia da parte di chi me lo presentò spigandomi che il nome era quello del papà da poco scomparso.
L’Etna è magia, racchiude un universo unico, diversi versanti di coltivazione, diverse altitudini, vigne giovani e vigne più che centenarie, è maschile, ma sa essere femminile, è viticoltura di montagna e di brezze marine, è essenza di Sicilia, luogo di contrasti e contraddizioni, anche in tema enoico.
Il Don Michele nasce nel territorio di Passopisciaro in contrada Moganazzi a 650 s.l.m. da vigne di nerello mascalese e nerello cappuccio di circa 80 anni d’età allevate ad alberello su un terreno basaltico ricco in silice e minerali accessori. Il vino nel suo percorso affina in barriques per più di un anno.
L’annata 2013 è stata prodotta in sole 1500 bottiglie.
Il rubino trasparente e luminoso invoglia ad annusare il bicchiere, l’elegante olfatto spazia dalle fresche note di rosa rossa, fruttate di ciliegia e melograno, note mentolate e balsamiche, deliziosi tocchi di confetto, percezioni speziate e minerali.
Il sorso è di chiara ed evidente matrice vulcanica, rapisce per l’ingresso pesudocalorico che bilancia una vibrante freschezza, per l’elegante trama tannica, per il rincorrersi del frutto e delle spezie nel lunga chiusura salina.
Tensione gustativa d’indubbio spessore!