Per la nuova Doc Contea di Sclafani il futuro è nel passato, solo vitigni autoctoni
di Luigi Salvo
A volte è necessario guardare al passato per potere valorizzare al meglio la specificità di un area produttiva vitivinicola, ed è quello che si prospetta per la rinnovata Doc siciliana Contea di Sclafani, si potrà chiamare “Valledolmo – Contea di Sclafani”, “Contea di Sclafani – Sicilia”, o “Valledolmo – Contea di Sclafani – Sicilia”, ma la novità più significativa sarà la presenza nel nuovo disciplinare dei soli vitigni autoctoni storici del comprensorio, il Catarratto per i vini bianchi ed il Nero d’Avola e Perricone per i vini rossi.
Una scelta fortemente voluta da i produttori e che sinceramente piace molto per la forte caratterizzazione che darà, una scelta lungimirante, semplice ma straordinariamente efficace.
Sono quattro le aziende del consorzio della Doc, Castellucci Miano, Feudo Montoni, Fontanarossa e Tasca d’Almerita, il nuovo disciplinare prevederà una resa per ettaro massima di 100 quintali per i rossi Nero d’Avola e Perricone e 120 quintali per il bianco Catarratto, saranno poco più di trecento ettari vitati a Doc.