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Il Grillo Dei Principi di Spadafora attraverso il tempo, sei annate in verticale, la 2009 emoziona

novembre 2, 2020

di Luigi Salvo
Dopo oltre 30 anni di degustazioni sorprendersi è sempre bellissimo, se questa sorpresa arriva poi da un vino siciliano diventa emozione. Lui è un Grillo nato nelle campagne Virzì a Monreale (Pa), il suo papà è Francesco Spadafora, un Principe agronomo che vive le sue terre e li fa nascere vini identitari e di lunga longevità. L’azienda dei Principi di Spadafora è stata fondata da Don Pietro, e dispone di 180 ettari dei quali 100 coltivati a vigneti ad un’altitudine tra i 250 ed i 450 metri sul livello del mare.
Francesco figlio di Don Pietro inizia ad imbottigliare nel 1988, i vini derivano da uve coltivate in regime biologico, sono tutti vinificati con pied-de-cuve delle uve e sono fermentati in assenza di solfiti.

Il Grillo Spadafora è frutto dell’esperienza maturata nel corso degli anni, ha mostrato grande personalità in ognuna delle nove annate che ho assaggiato in verticale in cantina in una splendida e assolata mattinata di ottobre.
Francesco Spadafora nel corso del tasting, leggendo i suoi taccuini, ha snocciolato dati e tempi di raccolta di ogni vendemmia, un’applicazione che ha permesso di capire ed interpretare in ogni annata questo vitigno che gode in queste colline di condizioni pedologiche e climatiche particolari.

Il Grillo Spadafora deriva due diverse vigne caratterizzate da altitudini e esposizioni diverse, a queste uve si uniscono quelle un’altra piccola parcella vendemmiata in anticipo per apportare freschezza, l’affinamento è effettuato in vasche di cemento per circa un anno. L’annata attuale in commercio è la 2017.

E’ stata davvero entusiasmante questa verticaleIl Grillo attraverso il tempo“, nella quale le sensazioni nei bicchieri hanno espresso un arco temporale dal 2017 al 2008, con alla fine anche i campioni di vasca ’18, ’19 e ’20. 

Iniziamo con il 2017, da quest’annata non riporta in etichetta il vitigno, non essendo per scelta Doc Sicilia, il suo nome è Principe G. Paglierino luminoso, dal bello naso fresco di pesca bianca, frutta esotica, piacevoli note agrumate, felce e pepe verde, ha sorso vivo e teso, e chiusura fruttata e salmastra. 89/100

Il 2014 è di gran registro, colore paglierino carico e lucente, intenso al naso di gelsomino, anice, pesca e melone giallo, scorza di agrumi e rosmarino, la bocca è piena, equilibrata e di lunga scia. 90/100

Il 2013 è sorprendente a sette anni dalla vendemmia, ha un paglierino vivacissimo e una freschezza olfattiva e gustativa incredibile, sensazioni che richiamano l’annata precedente ma con più verticalità e lunghezza. 92/100

Il 2012 ha colore paglierino con lampi dorati, olfatto elegante, mix floreale e fruttato, con accenni di sensazioni di idrocarburi. La bocca ha elegante morbidezza, raffrescata da una vena sapida deliziosa. 91/100

Il 2009 è un’espressione fantastica!! Nel bicchiere lampi dorati vivi, naso pieno e poliedrico di frutta matura, origano, spezie piccanti e dolci, idrocarburi. Sontuosa la bocca tesa, piena e lunga. Da ricordare. 94/100

Il 2008 mostra una evoluzione importante sin dal colore dorato carico, sensazioni di camomilla, pera e cedro canditi, confettura di agrumi, note di pasticceria. Ha sorso morbido e pieno con chiusura salina. 89/100

La performance di questo vino bianco da uve Grillo è stata notevole, uno stato di forma ottimale in tutte le annate, con una gran longevità nella 2009 e nella 2012, che hanno ancora davanti a loro tanti anni in bottiglia per essere apprezzati.

Dopo la verticale, abbiamo assaggiato le annate che usciranno prossimamente, il compiuto campione di vasca 2018 pronto per andare in bottiglia, il 2019 e il 2020, che mostrano tutta la loro gioventù da domare con il tempo.

Altra chicca, il Grillo macerato sulle bucce, il Siriki 2016 e 2017, hanno colore giallo dorato che vira su note aranciate, olfatto pulito e piacevole di zagara e camomilla, con pesca gialla matura, albicocca, agrumi e macchia mediterranea più espressa nel’16. Entrambe le annate piene, con sensazioni saline importanti.

Francesco e la figlia Enrica Spadafora

La chiosa di questa verticale, che ha messo in luce tutte le grandi doti e potenzialità del Grillo di queste bellissime colline, si può riassumere in una battuta di Francesco Spadafora che mi è particolarmente piaciuta: “La cosa interessante di questo territorio collinare è che è così da secoli, e sarà così per secoli, nessuno farà mai un paese qui, non si vedranno mai agglomerati di case, ma solo vigneti ed è qui che deve stare l’uva, da sola.

 

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