Vinitaly 2014, i vini più intriganti in giro per l’Italia
di Antonio Carullo
La 48° edizione di Vinitaly 2014 si è conclusa lasciando tra gli addetti ai lavori un pò di sgomento, i motivi sono molteplici: nelle giornate di Domenica e Lunedi gli stands erano impraticabili e parlare con i produttori era quasi impossibile, un altro problema non trascurabile, l’assenza di linea internet e Wi-Fi per tutta l’intera giornata all’interno della fiera. Ma, quello che più ha lasciato l’amaro in bocca sono le scene raccapriccianti di ubriachi che all’uscita della fiera creano a uno spettacolo che sicuramente non favorisce la cultura del vino e tutto quello che lo circonda.
Nonostante questa premessa, Vinitaly è sempre una gran vetrina che arricchisce il bagaglio di conoscenze interpersonali, è possibile definirlo il Vinitaly della finezza, in questa intensa quattro giorni fatta di degustazioni e assaggi, i vini hanno ricalcato sempre più la parola “eleganza” una chiave non indifferente al fine di avere un prodotto nel bicchiere che regali piacevolezza e sinuosità.
Tante sono le novità (ormai c’è la gara a chi vinifica e imbottiglia l’impensabile) ma quello che mi ha più colpito sono le conferme delle eccellenze che rappresentano il made in Italy del vino nel mondo.
Dalla Valle D’Aosta Les Cretes Fumin 2013 conferma le sue piacevolezze floreali e fruttate, un vino con grande capacita di terziarizzare, ma già godibile sin da subito per l’impatto glicerico e l’allungo fruttato speziato.
Non lontano il Piemonte conferma che il re Barolo è sempre tirato in causa quando si parla di qualità. Quest’anno la redazione del giornalevinocibo ha avuto un occhio di riguardo per questo territorio.
L’azienda Azelia di Paolo Scavino nel comune di Castiglione Falletto riesce a coniugare al naso intensità di frutto e balsamicità di speziatura ed erbe officinali.
Il Barolo San Rocco 2010 Azelia è un turbinio di emozioni che col tempo prenderanno sempre più dimensione.
Altro territorio altro Barolo, siamo nel comune di Serralunga D’alba, l’Azienda Massolino dal 1861 trova compiacimento nei suoi Cru, Margheria, Parafada, Parussi, e Vigna Rionda, proprio quest’ultima riesce a trasmettere ai vini forza e potenza abbinata a grande capacita d’invecchiamento.
Barolo Vigna Rionda Dieci Anni Riserva 2004 dal colore sensuale e accattivante, al naso si concede con forza, ma senza mai tralasciare quelle peculiarità di speziatura dolce, foglie secche e fiori gentili, accenni di fungo e underwood (sottobosco). La bocca è profonda, è muscolare, piena espressione della vigna in cui nasce. La mineralità basale spiega già la longevità. L’azienda di Matteo Correggia conferma che La Docg Roero è un territorio “cool” e tutto in divenire per i prossimi anni.
L’enologo Luca Rostagno dell’Azienda Matteo Correggia ci fa da apripista spiegandoci che il Roero nelle sue massime espressioni riesce quasi ad eguagliare i cugini di Barolo e Barberesco.
Roero Dòche D’Ampsej dai profumi ricchi e aristocratici di sottobosco, felce, viole e un’imperlata di iodio ed resina. Appena assaggiato avvolge subito il palato e perfettamente coerente in richiami minerali balsamici.
Il connubio rarità Cantina Terlano è veramente centrato. L’azienda aggiunge anno dopo anno una perla enologica al proprio catalogo. Dopo la presentazione dello scorso anno della Rarità Chardonnay 2000 Quest’anno al Vinitaly è stato presentato Rarità Pinot Bianco 2002 Cantina Terlano cremoso al naso e ampio in sentori d’agrumi e camomilla, poi note vanigliate, zenzero e acqua salmastra.
L’equilibrio è garantito dalle percettibili note di freschezza su un profondo graffio balsamico. Altro debutto è il taglio bordolese De Piano 2011 di St. Michael – Eppan Alto Adige Merlot Cabernet, assemblaggio di due caratteri forti e dal colore della passione. Profumi che evocano la mora, la marasca note dolci di cioccolato e fini erbe aromatiche. Assaggio vellutato giocato su una lunga persistenza di buon equilibrio.
Rimanendo in Alto Adige grande conferma per il Mazzon 2011 Pinot Noir Nals Magreid, profumi di fragoline, peonia cannella e pepe, Su una bocca ricca e molto territoriale.
E’ il Gewurztraminer Elyònd 2010 Laimburg espressione profonda e inebriante di melone, tiglio, rosa bianca, pepe bianco e sali minerali. In bocca è deflagrante, affilato e scattante da un lato e maestoso dall’altro.
Abbiamo assaggiato i 33 vini Gran Selezione, tutti davvero di gran qualità, mostrano caratteristiche da un lato assimilabili, dall’altro con nette differenze, alcuni produttori, infatti, hanno elevato a Gran Selezione i propri cru provenienti da unica vigna, altri hanno scelto di assemblare le migliori uve aziendali. Due su tutti Castello di Volpaia Il Puro 2010 Gran Selezione, dalle intriganti sensazioni di ciliegia croccante, terra bagnata, arancia, cardamomo e grafite. In Bocca è elegante, succoso, notevole la traccia minerale, anche l’impalcatura tannica è incastonata alla massa del vino.
Si allunga con un finale di estrema pulizia. San Felice il Grigio Gran Selezione 2010 Compagine aromatica orchestrata da amarene, liquirizia, china, cioccolato al latte e pot-pourry, ed echeggianti percezioni di speziatura. L’assaggio è articolato e giocato su una spessa intelaiatura tannica e dalla lunghissima persistenza di carica mediterranea.
Facendo un salto in Friuli Venezia Giulia ci siamo fatti sedurre dai profumi freschi, aromatici e minerali dei vini bianchi degl’Autoctoni Ribolla, Friulano e Malvasia del Carso. Ma il Sauvignon 2013 La Tunella conferma ancora una volta che questo alloctono ha trovato un habitat ideale per sviluppare con forza e pulizia note di foglia di pomodoro, ortica, zenzero, pompelmo e anice. Gusto guizzante e di grande sapore. Avvolgente morbidezza controbilanciata da freschezza e mineralita che si allarga sempre di più verso un finale lunghissimo.
Dei vini dell’Italia meridionale abbiamo selezionato Taurasi Vigna Quattro Confini 2010 Azienda Agricola Benito Ferrara In quest’angolo di Irpinia il Taurasi si esprime con un registro elegante, e un intreccio di note fruttate, legno di cedro lavanda, note terrose e polverose, tabacco e grafite. Chapeau per l’equilibrio gustativo dai richiami ferrosi e speziati, si allunga e si svela lentamente in un interminabile scia minerale.
Facendo un salto in Sicilia non potevamo che parlare dell’Etna. L’appassionante avventura di Silvia Maestrelli e dell’enologo Federico Curtaz, continua con successo. Oggi l’azienda è suddivisa in tre piccole tenute quella di Castiglione, sull’Etna, a Segesta, nel trapanese dove viene allevato lo Chardonnay, e a Noto nel territorio di Siracusa da dove proviene il Nero D’Avola. Il Musmeci 2009 Tenuta Di Fessina Classica trasparenza da Nerello Mascalese, propone un bouquet di profumi che vanno dalla ciliegia rossa alle note di rosa, iris genziana ed erbe aromatiche seguono i toni ferrosi classici del vulcano. La bocca è gentile di grande raffinatezza, aristocratica ed elegante. Ben bilanciata nel finale da un’efficiente scia sapida e da una valida nota di freschezza.